Per molto tempo si è creduto e si continua a credere che, l’ananas abbia dei poteri dimagranti.
FALSO.
L’ananas è un potente antiinfiammatorio grazie alla presenza della bromelina.
La bromelina è un mix di enzimi proteolitici (sostanze utili per la digestione delle proteine), è presente in tutte le parti della pianta di ananas ma con concentrazioni differenti a seconda se si tratta della buccia, della porzione centrale del frutto o del gambo.
L’ananas è stato usato per secoli per trattare disturbi digestivi e l’infiammazione.
La bromelina è considerata un fitoterapico, ha numerose azioni come prevenire la formazione di edema e ridurre gli edemi già formati, favorisce l’assorbimento degli antibiotici, ne incrementa la biodisponibilità e ne riduce gli effetti indesiderati associati alla loro assunzione. Interviene nei meccanismi di coagulazione rallentandola (effetto antitrombotico), ha azione immunomodulatoria (agisce sul sistema immunitario), antimetastatica ed antiinfiammatoria.
Inoltre grazie alla sua capacità di tagliare le molecole (attività proteolitica), la bromelina aiuta i processi digestivi.
La bromelina è assorbita nell’intestino e resta biologicamente attiva per 6-9 ore.
Una volta che la bromelina si lega al substrato, ovvero il luogo in cui esplica la sua funzione, la sua attività non è più suscettibile all’effetto del pH.
Se però nel corpo sono presenti sostanze come il mercurio, l’argento, il rame ad alte concentrazioni, la bromelina non è capace di svolgere le sue funzioni.

Nella buccia dell’ananas c’è una maggiore concentrazione di bromelina mentre è minore nella corona (porzione superiore delle foglie).
La bromelina viene utilizzata anche come cura ectopica per l’infiammazione causata da Propionibacterium acnes, il batterio responsabile dell’acne.
L’acne è una condizione che colpisce le ghiandole sebacee della pelle. L’attività antiossidante ed antiinfiammatoria della bromelina contribuisce al benessere della pelle contro i batteri che ne causano stress ossidativo.
Quando si attivano i processi infiammatori causati dall’ingresso di un patogeno, da una malattia autoimmune o dalla formazione di cellule tumorali, la bromelina agisce sulle citochine, ovvero sostanze proinfiammatorie che sono prodotte in seguito allo stimolo infiammatorio.
L’attore principale del processo di infiammazione si chiama TNF-α, una molecola che fa produrre due proteine (TNFR1 e TNFR2), una va a colpire i legami che tengono unite le cellule intestinali, facendo si che si rompano, consentendo il passaggio di diverse sostanze che superano così la barriera intestinale.

Immagine 1. E’ mostrato come diversi fattori agiscono sull’integrità della barriera intestinale, andando a rompere i legami che tengono unite le cellule intestinali, causando così il passaggio di diverse sostanze.
Questo è ciò che accade nelle sindromi dell’intestino irritabile (IBD). I sintomi legati ad esse, la rottura delle giunzioni delle cellule intestinali e l’ingresso di cellule infiammatorie nell’intestino, possono essere migliorati dalla bromelina.
L’effetto antiinfiammatorio della bromelina è dovuto alla sua attività proteolitica, mentre l’attività antitumorale è correlata ad altri componenti non proteolitici contenuti in essa.
I mediatori proinfiammatori, sono anche coinvolti nei processi nocicettivi ovvero i meccanismi di percezione del dolore.
Il rilascio delle citochine infiammatorie (IL-1β, IL-6, TNFα) da parte delle cellule neuronali infiammate, inducono aumento della sensibilità al dolore (iperalgesia) e maggiore percezione del dolore in seguito ad uno stimolo innocuo (allodinia).
L’Ansia e la depressione sono disfunzioni emozionali che sono associate al dolore neuropatico, e sono condizioni che si ritrovano in pazienti affetti da fibromialgia.
Nella fibromialgia e nell’osteoartrite, sono alterate le vie di percezione del dolore;
La bromelina ha anche un effetto antinocicettivo, dovuto alla sua attività antiinfiammatoria agendo su IL-1β ed IL6, citochine proinfiammatorie.
La bromelina può agisce anche sul glutammato, andando a ridurne gli effetti.
Il glutammato è un neurotrasmettitore eccitatorio, coinvolto nella percezione del dolore.
La citochina proinfiammatoria IL-1β promuove il rilascio di glutammato, mediando la sensibilizzazione al dolore.
La bromelina va a bloccare una molecola (NF-кB) che induce la produzione di citochine proinfiammatorie, che a loro volta causano infiammazione ed aumento della percezione del dolore.
Ma cosa fa nello specifico la bromelina?
Quando è in atto un processo di infiammazione, viene attivato il sistema immunitario. I globuli bianchi vengono attirati nel luogo dell’infiammazione.
La migrazione dei globuli bianchi nel sito di infiammazione è un processo complesso che prevede l’aumento della loro velocità nel flusso sanguigno e poi il legame con IL-8 (citochina coinvolta nei processi di infiammazione e di formazione di nuovi vasi sanguigni) che permette ai leucociti di migrare dal sangue all’endotelio (ovvero nel luogo dell’infiammazione).

Ma, nel caso dell’infiammazione cronica, succede che i globuli bianchi producono delle sostanze che attirano altre cellule nel luogo dell’infiammazione e tali cellule producono a loro volta sostanze infiammatorie.
E quindi si ha un continuo circolo vizioso di produzione di sostanze infiammatorie.
La bromelina riduce la migrazione dei neutrofili (un gruppo di globuli bianchi) nel sito di infiammazione acuta, e promuove la rimozione di una molecola presente sulla superficie dei neutrofili, chiamata CD128.
Inoltre la bromelina va a bloccare circa 14 molecole presenti sulla superficie dei globuli bianchi che sono responsabili del loro movimento e della migrazione nel luogo dell’infiammazione.
Numerosi studi dimostrano che la bromelina ha efficacia pari ai farmaci antiinfiammatori come il desametasone (cortisone) e i farmaci antiinfiammatori non steroidei.
E’ stato dimostrato anche che la somministrazione giornaliera di 5 mg di bromelina riduce lo sviluppo e la severità dell’infiammazione intestinale.

Immagine 2. Tratta dall’articolo (Bromelain Treatment Decreases Neutrophil Migration to Sites of Inflammation), mostra come la bromelina va a bloccare la molecola CD128, impedendo ai leucociti di legarsi al substrato nel luogo dell’infiammazione. Mostrando quindi la sua attività antiinfiammatoria.
Da magico dimagrante a potente antiinfiammatorio, l’ananas si rivela un grande alleato della salute. Grazie alla bromelina che agisce spegnendo l’infiammazione a livello intestinale, a livello dermico mostrandosi un ottimo alleato contro l’acne, a livello somato-sensoriale riducendo la percezione del dolore soprattutto in pazienti affetti da fibromialgia e osteoartrite.
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Fonti:
Applications of bromelain from pineapple waste towards acne. Sukaina Abbas et Al. Saudi Journal of Biological Sciences 28 (2021) 1001–1009.
Bromelain reduced pro‑inflammatory mediators as a common pathway that mediate antinociceptive and anti‑anxiety effects in sciatic nerve ligated Wistar rats. Ahmed O et Al. Nature research, 11 January 2021.
Bromelain Treatment Decreases Neutrophil Migration to Sites of Inflammation. David J. Fitzhugh et Al. Clin Immunol. 2008 July ; 128(1): 66–74.
Comparative study of extraction, purification and estimation of bromelain from stem and fruit of pineapple plant. S. S. Gautam et Al. Thai J. Pharm. Sci. 34 (2010) 67-76.
Inhibition of epithelial TnF-α receptors by Purified Fruit Bromelain ameliorates intestinal inflammation and Barrier Dysfunction in colitis. Zijuan Zhou et Al. Front. Immunol. 8:1468.
Potential role of bromelain in clinical and therapeutic applications. VIDHYA RATHNAVELU et Al. BIOMEDICAL REPORTS 5: 283-288, 2016.