Sono tanti gli studi che affermano l’importanza dell’alimentazione soprattutto in caso di patologie autoimmuni.
Lo stato metabolico e nutrizionale dell’organismo hanno un ruolo fondamentale nella regolazione dell’immunità.
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica sistemica, caratterizzata da aumento del volume del tessuto sinoviale, produzione di autoanticorpi, distruzione della cartilagine e delle ossa, malformazione e distruzione di più articolazioni.
I nutrienti presenti all’interno del nostro corpo, possono influenzare lo stato e quindi la capacità di lavoro delle cellule del sistema immunitario.
In pazienti con artrite reumatoide, si possono ritrovare anche condizioni di obesità, diabete di tipo 2 ed insulino-resistenza. Tali condizioni possono però essere modificate e corrette tramite l’alimentazione.

Un’alimentazione sbilanciata verso i carboidrati e zuccheri semplici, favorisce maggiormente la rigidità mattutina.
Il sovrappeso e obesità sono quindi associati ad un’elevata incidenza di patologie croniche autoimmuni e infiammatorie, come l’artrite reumatoide.
Il tessuto adiposo gioca un ruolo principale nelle patologie croniche poiché favorisce i processi patologici associati all’infiammazione e all’immunità.
E’ stata valutata la correlazione tra obesità e rischio di sviluppare l’artrite reumatoide.
Si è dimostrato che esiste un aumento del 12% del rischio di AR nei pazienti in sovrappeso e un aumento del 23% nei pazienti obesi rispetto ai soggetti di peso normale; per cui i pazienti con artrite reumatoide dovrebbero seguire una dieta personalizzata, con un adeguato apporto proteico.

Dalla piramide alimentare ideata per pazienti con artrite reumatoide, si vede che alla base c’è l’attività fisica.
Un pilastro fondamentale perché ha effetti positivi sulla malattia stessa.
Un’elevata assunzione di verdure cotte conferisce un effetto protettivo contro lo sviluppo dell’artrite reumatoide.
Frutta e verdura contengono al loro interno sostanze antiossidanti che contribuiscono a ridurre l’infiammazione.
I mirtilli, le fragole, i frutti di bosco sono in cima alla lista degli alimenti antinfiammatori in base ai dati forniti dai pazienti sottoposti ai vari studi.
Essi appunto hanno riscontrato la riduzione dei sintomi e della dolorabilità successivamente all’assunzione di tali alimenti.
Le bacche sono una ricca fonte di numerose sostanze fitochimiche e nutrienti, dagli effetti fisiologici antiossidanti e antinfiammatori.
Gli agrumi hanno anche un ruolo protettivo nella patogenesi dell’artrite reumatoide, poiché sono ricchi di esperidina.
Inoltre in uno studio clinico della durata di 8 settimane, si è visto che gli estratti di agrumi hanno migliorato il dolore e la flessibilità dell’articolazione del ginocchio e hanno ridotto i livelli di proteina C-reattiva.
L’assunzione di spinaci, quindi di verdure a foglia verde, è correlata ad una riduzione dei sintomi.
Prediligere l’assunzione di verdure a foglia verde perché sono ricche di acido folico e nei pazienti con artrite reumatoide sono stati osservati bassi livelli nel sangue di acido folico.
Infine, le verdure a foglia verde, in particolare le crucifere (cavolfiori, cavoletti, broccoli, ravanelli, rucola, ecc), sono ricche di criptoxantina e zinco, due sostanze protettive contro lo sviluppo dell’artrite reumatoide.
Tra le verdure che potrebbero peggiorare i sintomi ci sono i pomodori, poiché due studi concordano sul fatto che i pazienti con artrite reumatoide riferiscono un peggioramento dei sintomi dopo l’assunzione di pomodori.
I pomodori fanno parte della famiglia delle solanacee, e sono appunto le verdure che vanno ridotte o eliminate totalmente nelle patologie autoimmuni.

Perché sono da preferire i cereali senza glutine?
Non è detto che essere affetti da artrite reumatoide implichi essere anche affetto da celiachia.
Ma, i pazienti con artrite reumatoide condividono diversi aspetti genetici (loci) con la celiachia.
E’ come se la celiachia e l’artrite reumatoide avessero due collane, all’apparenza diverse, ma se osservate attentamente, presentano perline uguali (loci genetici).
Inoltre quando si manifesta l’artrite reumatoide, si presenta anche un’infiammazione a livello intestinale; e quando invece si manifesta la celiachia, gli antigeni che la scatenano, possono essere a loro volta gli attivatori dell’artrite reumatoide.
C’è quindi una stretta correlazione tra artrite reumatoide e celiachia.
Per quanto riguarda i carboidrati semplici, la loro assunzione è associata ad un aumento del rischio di sviluppare l’artrite reumatoide.
Quindi sono da preferire cereali senza glutine in porzioni moderate.

E’ molto discusso il ruolo del fruttosio che, porta alla formazione di prodotti che vanno oltre i confini intestinali verso altri tessuti e possono svolgere un ruolo nello sviluppo dell’artrite autoimmune.
L’assunzione di zucchero e dolcificanti deve essere esclusa dalla dieta.
Gli effetti benefici dell’olio extravergine di oliva sull’AR sono stati collegati alla sua composizione in acidi grassi, che è molto ricca di acidi grassi monoinsaturi (MUFA), acidi grassi saturi (SFA) e polinsaturi moderati (PUFA), e al suo alto contenuto in polifenoli e in vitamina E.
Tutti questi nutrienti hanno attività antinfiammatoria e hanno effetti protettivi sulla risposta infiammatoria immunomediata.
I semi di lino sono una ricca fonte di acidi grassi ω-3: acido α-linolenico (ALA), PUFA, fibre solubili e insolubili, lignani, fitoestrogenici, proteine e una serie di antiossidanti.
Solo 10 g di semi di lino nella dieta quotidiana aumentano l’apporto giornaliero di fibre di 1 g di fibra solubile e di 3 g di fibra insolubile.
I semi di lino forniscono un eccellente rapporto di acidi grassi omega 6: omega 3 di circa 0,3:1.
I semi di Chia sono una fonte naturale di antiossidanti e sono anche ricchi di ALA, un grasso essenziale che il nostro corpo non è in grado di produrre. Proprio per questo sia i semi di chia che quelli di lino, hanno un ruolo chiave nella dieta per l’artrite reumatoide.
Le spezie sono ricche di importanti sostanze fitochimiche che possono attenuare lo stress ossidativo e l’infiammazione e alleviare l’artrite reumatoide.
Uno studio ha dimostrato gli effetti benefici dell’utilizzo di zenzero e curcuma, contro le complicanze extra-articolari dell’artrite reumatoide.
Il peperoncino, in particolare la capsaicina in esso contenuta, svolge un ruolo antinfiammatorio aumentando i macrofagi antinfiammatori (M2), modulando la risposta neuroimmune e diminuendo il dolore neurogeno.
Numerosi studi hanno riportato una diminuzione del rischio di artrite reumatoide associato a un maggiore consumo di pesce.
Tre porzioni alla settimana di pesce, preferibilmente grasso, rappresentano la giusta quantità di pesce da mangiare per la prevenzione dell’artrite reumatoide e per migliorare i sintomi clinici nei pazienti affetti da artrite reumatoide.
La carne contiene numerosi nutrienti utili a controbilanciare le alterazioni immunitarie, come ad esempio il triptofano e l’arginina. Infatti, i derivati dell’indolo e le poliammine vengono prodotti dal microbiota attraverso trasformazioni a partire dal triptofano e dall’arginina, e queste due molecole sono benefiche per il sistema immunitario.
Ci sono prove che l’aumento di Cloruro di sodio (presente nel sale da cucina) attiva i macrofagi proinfiammatori (M1), le cellule Th17 e diminuisce le cellule T-regolatrici, tutti attori cruciali nella determinazione dell’artrite reumatoide.
Uno studio, collega il consumo eccessivo di sale con un rischio maggiore di sviluppare l’artrite reumatoide.
In conclusione, diversi studi hanno dimostrato l’importanza di specifici alimenti nell’artrite reumatoide, riducendo i sintomi e la dolorabilità; migliorando così la qualità della vita in soggetti affetti da artrite reumatoide.