Cosa è l’infiammazione?

Potrà sembrare strano ma, l’infiammazione è parte del meccanismo di difesa dell’organismo.

E’ il processo attraverso il quale il sistema immunitario riconosce sostanze estranee e dannose e comincia un processo di guarigione.

Ci accorgiamo di un’infiammazione soprattutto perché provoca fastidio. Se ci graffiamo, la zona di pelle che circonda il graffio diventa rossa, calda, si gonfia e fa male, ma senza questa reazione fastidiosa la nostra pelle non guarirebbe. 

 

L’infiammazione non è quindi una malattia: al contrario, ci serve proprio per ritornare sani.

 

A volte, però, la risposta infiammatoria non è sufficiente o può provocare notevoli disturbi (dolore, febbre). 

La risposta infiammatoria può essere scatenata da agenti fisici (calore, radiazioni scottature), agenti biologici (batteri, virus, funghi infezioni), agenti chimici (sostanze tossiche, veleni, ecc)

Senza questa complessa reazione dell’organismo le infezioni si diffonderebbero rapidamente, le ferite resterebbero aperte e le contusioni non guarirebbero. 

Ad esempio quando il corpo è entrato in contatto per la prima volta con virus Covid19 c’è stata da parte del corpo un’eccessiva risposta immunitaria che è stata quella poi a causare danni agli organi.

Questo perchè il corpo aveva bisogno di difendersi da questo nemico che non conosceva.

 

 

A livello dei tessuti l’infiammazione è caratterizzata da:

     

      • arrossamento, causato dalla vasodilatazione dei vasi sanguigni;

      • gonfiore;

      • calore, per aumento del flusso sanguigno ;

      • dolore;

      • perdita della funzione del tessuto

     

    La risposta infiammatoria attiva dei segnali che regolano i livelli di infiammazione e richiamano cellule infiammatorie dal sangue. quindi come se i guardini che stanno nei tessuti dicessero allarme c’è un nemico, venite a combattere.

     

     

    Infiammazione acuta o cronica

    Nell’infiammazione acuta, il tessuto è danneggiato a causa di un trauma, di un’infezione microbica. È un processo rapido ed i sintomi si risolvono entro pochi giorni.

    L’infiammazione cronica invece ha un’evoluzione lenta e può durare mesi o anni.

    L’infiammazione è la causa di numerose patologie croniche tra cui quelle autoimmuni.

     

    Tutte le malattie autoimmuni hanno un’infiammazione cronica, ciò significa che continuamente sono prodotte sostanze infiammatorie che vanno a colpire varie parti del corpo, in base alla tipologia di malattia autoimmune.

    L’infiammazione cronica può essere innescata e poi sostenuta da numerosi fattori, anche in combinazione tra loro, tra cui banalmente anche solo l’esposizione al fumo, un eccesso di grasso viscerale, una dieta sbagliata così come lo stress cronico, che porta al progressivo aumento della produzione di cortisolo, un ormone fortemente coinvolto nella regolazione della risposta infiammatoria dell’organismo.

     

    L’infiammazione cronica agisce sì in modo silenzioso, ma non per questo innocuo: è in grado di causare danni estremamente concreti, ad esempio creando problemi ai vasi sanguigni, ai nervi ed anche ad interi organi.

     

     

    Le tre fasi dell’infiammazione

    Poniamo il caso che entri una scheggia nella nostra mano, i tessuti che vengono danneggiati e chiamano i mastociti, cellule di difesa che al loro interno hanno l’istamina.

    Quando c’è un pericolo fanno uscire l’istamina che deve dare l’allarme ai vasi sanguigni vicini alla ferita.

    Intanto i vasi sanguigni hanno già ricevuto un segnale, quello di aumentare la quantità di sangue nella zona della ferita, ed ecco il gonfiore ed il calore.

    Si formano dei buchi a livello dei vasi sanguigni che fanno uscire i fagociti ed altre cellule.

    I fagociti hanno la capacità di inglobare e digerire elementi dannosi come faceva il gioco di Pacman.

    Nel corso di questo processo i fagociti possono morire. La loro morte fa parte dello stesso meccanismo di difesa dell’organismo e prelude la guarigione della lesione.

    Tutte le cellule morte del tessuto danneggiato e le varie sostanze estranee costituiscono il pus, come quello di una ferita infetta.

     

     

    La guarigione ed il recupero

    Questa eliminazione permette anche l’inizio del processo di riparazione del tessuto infiammato, un processo necessario per la completa guarigione.

    Nel caso di piccole ferite o traumi, la guarigione è raggiunta rapidamente grazie alla completa rimozione degli agenti estranei e dei residui di tessuto danneggiato e alla formazione di nuovo tessuto.

    Nel caso di lesioni più serie, il tessuto distrutto può essere riparato attraverso un processo che porta alla formazione di un tessuto fibroso. In questo caso una cicatrice segna il luogo della precedente infiammazione. 

    Nei casi più gravi, quando la causa che ha scatenato l’infiammazione (per esempio, un’infezione prolungata) non passa o quando l’azione dei fagociti è eccessiva, si può avere un’infiammazione cronica, che è necessario curare per evitare danni permanenti.

    Quindi l’infiammazione acuta si risolve in poco tempo ed è un beneficio per il nostro corpo, invece l’infiammazione cronica va a danneggiare il corpo. 

     

    Come è possibile intervenire dal punto di vista alimentare?

    Innanzitutto dobbiamo cambiare le abitudini errate, ovvero quelle che sono negative per il nostro corpo.

    Ad esempio se mangio correttamente ma poi fumo 2 pacchetti di sigarette al giorno, che senso ha mangiare sano?

    Occorre agire sui vari aspetti negativi.

     

    Controllo del peso: il grasso viscerale, potente e pericoloso fattore proinfiammatorio, è il risultato di abitudini alimentari sbagliate;

    ossia una dieta ipercalorica ed eccessivamente ricca di zuccheri semplici e grassi di cattiva qualità.

    Il perché è presto spiegato, le cellule responsabili della conservazione dei grassi accumulati si occupano anche di produrre ed immettere in circolo molecole ed ormoni proinfiammatori.

     

    Inoltre l’eccesso di zuccheri provoca insulino resistenza che aumenta lo stato infiammatorio.

     

     

    Gli alimenti che sono d’aiuto in caso di infiammazione sono:

    le spezie tra cui la curcuma e lo zenzero: ad esempio in caso di infiammazione sono un toccasana le tisane di zenzero e curcuma, agiscono anche sui dolori da ciclo che è comunque una fase infiammatoria.

    Consumare abbondanti quantità di fibra (cereali integrali, legumi, ortaggi, frutta) e introdurre stabilmente il consumo di alimenti fermentati.

    L’olio di cocco favorisce la produzione del butirrato una sostanza che è generata da batteri del nostro intestino, se l’intestino funziona bene, questo aiuta anche il sistema immunitario, il 70% del nostro sistema immunitario è prodotto dall’intestino;

    inoltre l’olio di cocco aiuta il corpo ad assorbire la vitamina D.

     

    Consumare frutta e verdura, preziose fonti di antiossidanti: l’assunzione dei flavonoidi (catechine, quercetina, antocianine), riduce i processi infiammatori.

    Si è visto che la quantità dei flavonoidi assunti attraverso l’alimentazione (frutti di bosco, mela, tè verde, tè nero, capperi,ecc) va a ridurre la quantità di proteina C reattiva (PCR), caratteristica dell’infiammazione e quindi tanto più è elevata la quantità dei flavonoidi, tanto più bassa sarà la concentrazione di tale proteina.

     

    Il basilico: le molecole presenti nell’olio essenziale di basilico sono state associate a proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.

    In particolare, l’eugenolo inibisce l’attività dell’enzima ciclossigenasi e potrebbe essere utile contro disturbi infiammatori; inoltre nel basilico ci sono diversi flavonoidi come il beta carotene e la luteina.

    L’ olio extravergine d’oliva contiene polifenoli e vitamina E, quindi sostanze che bloccano le molecole proinfiammatorie, inoltre è fonte di omega 3.

     

    Gli omega 3 di cui sono ricchi pesci come il salmone, lo sgombro, le aringhe, le acciughe, il tonno e il pesce spada.

    Il motivo per cui sono definiti “essenziali” è semplice, l’organismo umano non è in grado di sintetizzare il loro precursore, l’acido alfa-linolenico e quindi devono essere introdotti con l’alimentazione.

    Gli Omega 3 svolgono un’azione antinfiammatoria,

    Negli alimenti industriali troviamo eccessi di omega 6, fino a registrare consumi di 12:1 ovvero un consumo spropositato di omega 6 rispetto agli omega 3, che invece dovrebbe essere di 3:1 quindi la maggioranza di omega 3.

    Inoltre le brassicacee ovvero broccoli, cavoli, cavolfiori, rucola, senape, hanno un’azione protettiva sul sistema immunitario e contribuiscono a ridurre lo stato infiammatorio.

     

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