Curcuma: una spezia contro l’infiammazione

La curcuma ha attirato grande interesse negli ultimi anni grazie ai suoi composti, i curcuminoidi.

Ne esistono 3 tipi diversi tra cui quello più attivo è la curcumina, un polifenolo con numerose attività benefiche: anticancro, antiinfiammatoria, agente antietà, ecc,.

 

La scoperta della curcumina risale al 1815.

La curcuma è formata per il 70% da carboidrati, 6% da proteine, 5% da grassi, 3% da minerali (calcio, potassio, fosforo, ferro, e sodio), 5% da curcuminoidi, 13% da umidità, 6% da oli essenziali (tra cui sesquiterpeni e zengiberene), e tracce di vitamine (B1, B2, B3, C).

In India la curcuma è usata per preparare il curry, in Giappone è servita nel tè, in Tailandia è usata come cosmetico, in Cina come colorante naturale, in Korea è servita nei drink, in Malesia è usata come antisettico, in Pakistan come antiinfiammatorio e negli Stati Uniti come ingrediente per preparare la mostarda.

 

La curcumina è insolubile a temperatura ambiente in soluzione acquosa a causa della sua natura idrofoba, per cui si scioglie nei grassi.

La curcumina riduce i metalli pesanti che inducono tossicità causando stress ossidativo alle cellule come rame, cromo, arsenico, mercurio, piombo e cadmio.

 

 

L’utilizzo della curcumina nelle patologie autoimmuni

Già nel 1980 era stato dimostrato che la curcumina avesse effetti benefici nella cura dell’artrite; L’artrite è una patologia cronica che interessa una o più articolazioni.

Il processo infiammatorio gioca un importante ruolo in molte patologie croniche, tra cui quelle autoimmuni.

TNF-α è il maggior mediatore dell’infiammazione, ciò porta all’attivazione di un altro fattore chiamato NFkB, che viene anche attivato da citochine infiammatorie, batteri, virus, sostanze chimiche, stress, eccesso di zuccheri, fumo di sigaretta.

A sua volta NFkB attiva TNF-α, è come un cane che si morde la coda.

TNF-α è una proteina che viene prodotta principalmente dall’attivazione dei macrofagi (cellule del sistema immunitario), ma sono numerose le cellule che lo producono come i linfociti T e B, alcune cellule del cervello, del fegato e del tessuto adiposo.

 

Le cellule infiammate producono grande quantità di radicali liberi nella zona dell’infiammazione, causando stress ossidativo e rimarcando il legame tra lo stress ossidativo e l’infiammazione.

Uno studio ha dimostrato che la somministrazione di 2 g di curcumina ha effetti analgesici sul dolore acuto da osteoartrite. Per cui estratti di curcuma e curcumina potrebbero essere raccomandati per alleviare i sintomi di artrite e osteoartrite.

 

La curcumina è in grado di bloccare l’attivazione di NFkB che può essere appunto indotta da diversi stimoli.

La curcumina in combinazione con il metotrexate, potenzia gli effetti del farmaco usato per la cura dell’artrite.

Ci sono delle proteine dette metalloproteinasi (MMP) che sono responsabili degli eventi avversi che si verificano in pazienti affetti da artrite reumatoide e che causano la distruzione della cartilagine. La curcumina è in grado di inibire l’azione di queste proteine nelle articolazioni, impedendone così la distruzione. Inoltre tali proteine attivano a loro volta il fattore TNF-α, che viene bloccato dall’azione della curcumina.

 

E’ stato dimostrato che la curcumina previene l’infiammazione articolare.

 

Inoltre TNF-α  può anche essere attivato da una sostanza presente sui batteri chiamata lipopolisaccaride (LPS), ed ecco spiegato come in presenza di batteri, si attiva l’infiammazione.

La curcumina riduce anche le concentrazioni della proteina C reattiva (PCR), una sostanza i cui livelli aumentano durante l’infiammazione.

 

 

La psoriasi è un’infiammazione cronica multisistemica e multifattoriale che colpisce il 3% della popolazione mondiale.

Nella psoriasi si verifica un’infiammazione della pelle causata dalla produzione di diverse sostanze infiammatorie.

La curcumina va ad inibire una proteina chinasi (PhK) implicata nello sviluppo della psoriasi.

 

Nella sclerodermia si assiste ad una eccessiva produzione ed accumulo di collagene ed iperproliferazione dei fibroblasti.

I fibroblasti sono delle cellule che normalmente si riproducono per consentire ad esempio alla pelle di rigenerarsi.

Ma quando si riproducono in maniera incontrollata, portano allo sviluppo di patologie e, la curcumina potrebbe essere in grado di offrire sollievo andando a sopprimere la proliferazione dei fibroblasti.

 

L’azione della curcumina nelle altre patologie infiammatorie

Le patologie infiammatorie intestinali, sembrano essere guidate da citochine infiammatorie tra cui il TNF-α.

Le due principali infiammazioni che interessano l’intestino sono il morbo di Crohn e la colite ulcerativa.

Mentre la colite ulcerativa interessa il colon, il morbo di Crohn interessa tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano.

 

Nella malattia infiammatoria intestinale (IBD), si ha stress ossidativo, infiltrazione dei leucociti e produzione di citochine proinfiammatorie.

Molte terapie per IBD hanno come target NFkB che è coinvolto nella produzione di citochine e chemochine infiammatorie.

 

E’ stato visto che somministrando 50 mg/kg al giorno di curcumina per 10 giorni, si sono ridotti gli episodi di diarrea e della distruzione delle cellule intestinali.

 

La curcumina protegge l’intestino dall’azione del lipopolisaccaride che induce la produzione di IL-1, sostanza proinfiammatoria, e riduce gli stretti legami che tengono unite le cellule intestinali. Quando questi legami si sfaldano, l’intestino diventa permeabile.

L’attivazione di TNF-α e NFkB, fattori che attivano il processo di infiammazione, è correlata anche con la resistenza insulinica, una condizione che si verifica nel diabete ma anche nell’ovaio policistico (PCOS).

La curcumina è in grado di ridurre gli elevati livelli di glucosio nel sangue aumentando lo stato antiossidante delle cellule β del pancreas (quelle responsabili della produzione di insulina in seguito all’ingestione di carboidrati).

Tale meccanismo è probabilmente dovuto all’attività ipocolesterolemica, alla natura antiossidante e alla proprietà di rimuovere i radicali liberi da parte della curcumina.

 


                                            Effetti della curcumina nella diverse patologie infiammatorie.

 

 

La curcumina agisce in diversi modi sui radicali liberi:

– può rimuovere le diverse forme di radicali liberi che si generano;

– regola l’attività degli enzimi che neutralizzano i radicali liberi;

– inibisce gli enzimi che invece generano i radicali liberi;

 

La curcumina al pari della vitamina E, è considerata un potentissimo antiossidante.

 

La ridotta biodisponibilità (ovvero capacità di essere assorbita dall’organismo) della curcumina, dipende anche dal fatto che è insolubile in soluzione acquosa a temperatura ambiente, si può legare all’albumina, una proteina presente nel sangue e che quindi la sottrae alle cellule.

Inoltre viene anche rapidamente trasportata attraverso le cellule e i tessuti e quindi rapidamente eliminata attraverso le feci.

 

E’ stato dimostrato però che, combinando la curcumina con la piperina, il maggiore componente attivo del pepe nero, aumenta la capacità di assorbimento della curcumina del 2000%.

Questo perché la piperina è un inibitore della glucuronidazione (reazione chimica che trasforma la curcumina in una sostanza solubile in soluzione acquosa e quindi facilmente eliminabile) che avviene in fegato ed intestino.

 

Si è visto che può aumentare la biodisponibilità della curcumina anche l’ associazione tra questa e la quercetina, o con la genisteina o con l’ECGC (epigallocatechingallato) componente principale del tè verde.

Per ovviare al problema della biodisponibilità si utilizzano anche composizioni liposomiali nei nutraceutici.

La curcumina è un nutraceutico pleiotropico, tale polifenolo ha attività antiinfiammatoria, ipoglicemica, antiossidante, antimicrobica e di guarigione delle ferite.

 

 

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Fonti:

Bioavailability of Curcumin: Problems and Promises.Preetha Anand et Al. Mol. Pharmaceutics, 2007, 4 (6), 807-818.

Curcumin, a component of golden spice: From bedside to bench and back. Sahdeo Prasad et Al. j.biotechadv 2014.

Curcumin: an orally bioavailable blocker of TNF and other pro-inflammatory biomarkers. Bharat B Aggarwal et Al. British Journal of Pharmacology (2013) 169 1672–1692.

Curcumin: A Review of Its’ Effects on Human Health. Susan J. Hewlings and Douglas S. Kalman. Foods 2017, 6, 92.

Curcumin: Biological, Pharmaceutical, Nutraceutical, and Analytical Aspects. Raghavendhar R. Kotha and Devanand L. Luthria. Molecules 2019, 24, 2930.

Potential of Curcumin in Skin Disorders. Laura Vollono et Al. Nutrients 2019, 11, 2169.

Potential Therapeutic Effects of Curcumin, the Anti-inflammatory Agent, Against Neurodegenerative, Cardiovascular, Pulmonary, Metabolic, Autoimmune and Neoplastic Diseases. Aggarwal and Harikumar. Int J Biochem Cell Biol. 2009 ; 41(1): 40–59.

Therapeutic Roles of Curcumin: Lessons Learned from Clinical Trials. Subash C. Gupta. The AAPS Journal, Vol. 15, No. 1, January 2013.

The Problem of Curcumin and Its Bioavailability: Could Its Gastrointestinal Influence Contribute to Its Overall Health-Enhancing Effects?. Adrian L Lopresti. Adv Nutr 2018;9:41–50.

 

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