Il dolore neuropatico è una condizione cronica non reversibile che causa sonnolenza, fatica, disturbi emotivi influendo con il lavoro, la quotidianità e le relazioni affettive.
Il microbiota intestinale, è in collegamento con il cervello e si è scoperto che la sovraccrescita di alcuni tipi di batteri intestinali, incide con la percezione del dolore. Durante un’infezione batterica, sono prodotte sostanze che inducono un flusso di calcio che ha un’azione sui neuroni nocicettivi e si attiva un meccanismo di sensibilità al dolore.
E’ stato dimostrato che il microbiota intestinale gioca un ruolo cruciale nella percezione del dolore addominale, mal di testa, tolleranza agli oppioidi, dolore infiammatorio e dolore neuropatico.
La comunicazione bidirezionale che c’è tra intestino e cervello, ha diverse strade, quella metabolica, quella endocrina, quella immune, quella neurale.
Alcune sostanze che derivano dai batteri intestinali come i PAMPs e LPS, entrano nel circolo sanguigno e vanno a stimolare dei recettori che aumentano il dolore.
I lattobacilli, invece inducono la produzione di sostanze antiinfiammatorie riducendo il dolore neuropatico.
Quando vi è disbiosi e quindi un eccesso di batteri “cattivi”, sono prodotte delle sostanze che si legano a recettori che possono agire attivando il sistema immunitario, producendo così sostanze proinfiammatorie; agire su cellule gliali o agire sull’eccitabilità di recettori nocicettivi ed in tutti e tre i casi aumenta il dolore neuropatico.
La percezione del dolore è dovuta alla presenza di neurotrasmettitori che posso avere azione di mediatori dell’infiammazione e di mediatori antiinfiammatori.
I più conosciuti sono il glutammato ed il GABA (acido gamma amino butirrico), il primo è un neurotrasmettitore di tipo eccitatorio e quindi favorisce la percezione del dolore, il secondo è di tipo inibitorio. Quando viene rilasciato il GABA, si attenuano i dolori.
Quando invece viene rilasciato glutammato ed aumentano le sue concentrazioni, aumenta anche la sensibilità al dolore (iperalgesia).
I lattobacilli sintetizzano GABA, quando però l’intestino è in equilibrio, ecco perché l’importanza di avere un intestino sano.
La serotonina è un altro importante neurotrasmettitore che può modulare la risposta nocicettiva e il dolore neuropatico. Più del 90% della serotonina è prodotta nell’intestino.

Immagine 1. La comunicazione tra intestino e cervello passa per diverse strade. Numerose sostanze prodotte a livello intestinale, attraverso anche il circolo sanguigno raggiungono il cervello.
L’alterazione dei batteri intestinali, porta quindi a cambiamenti anche a livello dei neurotrasmettitori innescando un meccanismo che porta all’aumento della sensibilità al dolore.
Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA), agiscono andando a bloccare delle sostanze che causano ipersensibilità periferica.
Il peptide prodotto dalle cellule intestinali, il PYY, che si produce inseguito all’ingestione di cibo, è coinvolto nella regolazione della sensibilità al dolore somatico e viscerale.
E’ stato visto che i probiotici alleviano la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), le malattie infiammatorie dell’intestino, ed altri problemi intestinali. Per cui i probiotici potrebbero essere considerati come inibitori del dolore.
Quali sono però le strategie per ridurre il dolore neuropatico?
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- Probiotici
- Dieta low FODMAP
- Trapianto intestinale
- Gestione delle emozioni
- Supplementazione di vitamina D
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Immagine 2. Possibili strategie di intervento per ridurre il dolore neuropatico.
I probiotici che sono i batteri che abitano l’intestino, provvedono al mantenimento dello stato di salute dell’organismo, sono coinvolti nella digestione, nella regolazione del sistema immunitario e riducono il rischio di sviluppare patologie. I probiotici aiutano ad alleviare la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), le malattie intestinali infiammatorie ed altri problemi legati all’intestino. Il Lactobacillus paracasei agisce sugli impulsi dolorosi (allodinia) e sull’aumento del dolore (iperalgesia) durante la distensione del colon retto, andandoli a ridurre.
Il trapianto fecale di microbiota è stato applicato per la cura della colite ulcerosa e l’infezione da Clostridium difficile, inoltre in alcuni pazienti affetti da fibromialgia si è constatato la completa remissione della patologia in seguito al trapianto di microbiota.
La dieta low-FODMAP va a modificare la composizione e la diversità dei batteri intestinali. Un’alimentazione ricca in FODMAP aumenta la produzione di LPS (lipopolisaccaride) da parte dei batteri intestinali e uno squilibrio intestinale (disbiosi). Una dieta low-FODMAP contribuisce a mantenere intatta la barriera intestinale ed inoltre riduce l’infiammazione della mucosa intestinale.
La mancanza di vitamina D gioca un ruolo cruciale nello sviluppo della sclerosi multipla. La supplementazione di vitamina D va a ridurre le specie patogene di batteri, favorendo la crescita delle specie buone.
L’ansia e la depressione hanno un ruolo importante nel dolore neuropatico. Alcuni studi suggeriscono che la depressione indotta da stress, altera la composizione del microbiota intestinale, mentre altri studi affermano che lo stesso microbiota alterato può indurre stati di ansia.
L’intestino e il cervello comunicano tra loro attraverso varie strade, ed in tali comunicazioni sono coinvolte varie molecole. Alcune di queste agiscono aumentando la percezione del dolore. Inoltre in carenza di vitamina D, in presenza di una dieta alta in FODMAP, in condizioni di stress, ansia e depressione, si sviluppa uno squilibrio intestinale con una produzione maggiore di sostanze coinvolte nell’aumento del dolore.
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Fonte:
Gut microbiota regulates neuropathic pain: potential mechanisms and therapeutic strategy. Binbin Lin et Al. Lin et al. The Journal of Headache and Pain (2020) 21:103.