Il selenio è un micronutriente fondamentale affinché la tiroide funzioni correttamente. Esso infatti interviene nella conversione dell’ormone T4 (inattivo) in ormone T3 (attivo).
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Ha un potente effetto antiossidante, svolgendo un ruolo protettivo nei confronti delle cellule contro i radicali liberi.
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Stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi, oltre ad avere una funzione antiinfiammatoria.
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Contrasta l’azione di alcuni metalli pesanti (come mercurio e cadmio).
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Molti enzimi, ovvero proteine che effettuano delle reazioni chimiche nel corpo, sono formati da selenio; i quali senza questo elemento, non sono in grado di funzionare correttamente.
Tali enzimi prendono il nome di seleno-proteine, ce ne sono tre tipi che svolgono tre diverse funzioni:
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ridurre gli effetti tossici dei radicali liberi e regolare la produzione degli ormoni tiroidei;
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attivare o disattivare gli ormoni tiroidei;
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proteggere le cellule dallo stress ossidativo;
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La mancanza di selenio, rende l’organismo più vulnerabile alla carenza di altri minerali o vitamine. Per esempio, poco selenio può causare una carenza di iodio a livello della tiroide.
Un deficit di selenio può determinare debolezza muscolare, abbassamento delle difese immunitarie, aumento dei processi infiammatori, disturbi alla tiroide.
Il selenio ha un importante impatto sul funzionamento del sistema immunitario; una deficienza di selenio comporta una perdita della competenza immunitaria consentendo ai virus di rimanere più a lungo nel corpo, aumentando la carica virale.
Una carenza di questo minerale, si può avere se si soffre di ipotiroidismo oppure problemi intestinali che ne compromettono la funzione.
Anche in condizioni di stress-psicofisico si può manifestare carenza di selenio.
Alcuni studi hanno dimostrato che se ci sono bassi livelli di selenio, c’è un aumento dello stress ossidativo e del danno alla tiroide, con riduzione della produzione degli ormoni tiroidei e conseguente ipotiroidismo.
Pazienti con tiroidite autoimmune, se trattati con integrazione di selenio, riducono la loro attività infiammatoria.
L’integrazione di selenio è inversamente associata all’ipotiroidismo subclinico.
Quindi il selenio è un minerale ad attività antiinfiammatoria.
E’ probabile, pertanto, che una sua carenza possa innescare una tiroidite autoimmune in pazienti predisposti.
Gli alimenti che contengono selenio sono:
noci brasiliane, arachidi, tonno, salmone, manzo, agnello, aringa, cereali, riso integrale, germe di grano, ostriche, crostacei, uova, funghi, lievito di birra, broccoli, cavoli, cetrioli, ravanelli, aglio, cipolle, semi di chia, albicocche, asparagi, latte e formaggi.

Figura 1. Fonti di selenio (immagine tratta da The Science of Nutrition 2).
Il contenuto di selenio negli alimenti, dipende dalla quantità che è presente nel terreno.
Lo zolfo, componente dei fertilizzanti e delle piogge acide, diminuisce l’assorbimento del selenio da parte delle piante.
I terreni con minore concentrazione di selenio solo quelli di origine vulcanica.
Per cui va considerata anche il paese di provenienza dell’alimento.
Inoltre, con la cottura, una parte di selenio presente negli alimenti viene persa.
In conclusione la carenza di selenio può avere un impatto cruciale, soprattutto nel caso di attivazione del sistema immunitario e quando la produzione di ormoni tiroidei è ridotta, come avviene nei casi di tiroidite cronica.
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Fonti:
Dietary Selenium Intake and Subclinical Hypothyroidism: A Cross-Sectional Analysis of the ELSA-Brasil Study. Gustavo R. G. Andrade et Al.
Selenium Supplementation in Patients with Autoimmune Thyroiditis Decreases Thyroid Peroxidase Antibodies Concentrations. Roland Gartner et Al. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 87(4):1687–1691.
The Science of Nutrition. Second Edition. Janice L. Thompson.